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sabato 19 febbraio 2011

Io immigrata digitale

Sono partita dalla Calabria a diciotto anni e non credevo che le parole emigrazione ed immigrazione potessero riguardare anche un ambito cosi' specifico come la tecnologia...
Se sono emigrata dalla mia terra e di certo non è stato facile...Una sfida altrettanto ardua è stata sfidare la scatola nera, cioè il computer. Ho capito che prima o poi avrei dovuto guardare in faccia...quel video, in particolar modo, quando entrando nelle agenzie per  il lavoro, facevo sfoggio dei miei studi umanistici, visto che studiavo lettere, ma la domanda cadeva sempre li'... Se sapessi usare o meno il pc ed i programmi annessi.
Penso mi abbia costretto alla fine la tesi di laurea, con il famoso programma di scrittura word... E' cosi' che io e il pc abbiamo rotto il ghiaccio...Ma anche il lavoro...in un call center assicurativo... mi ha aiutata ad imparare meglio l'utilizzo del computer.
"Il termine “nativi digitali” è stata coniato da Mark Prenski nel 2001 e definisce la generazione dei nati a partire dal 1990, generazione immersa nelle ICT fin dalla prima infanzia.
Questi nativi digitali sono nostri allievi e saranno gli adulti di domani. Crescendo con la tecnologia giocano coi videogiochi, frequentano i social-network”, usano vari sistemi ICT che li collegano in continuità."


http://aspti.ch/blogs/ictblog/2009/11/25/i-nativi-digitali/
http://www.itd.cnr.it/tdmagazine/PDF50/2_Prensky.pdf

Io, quindi, sono a pieno titolo un'immigrata digitale... Stare al passo con le nuove tecnologie...è stata come sempre dura...ma noi immigrati digitali siamo caparbi...e quindi, vai con facebook, social network vari...ed ora grazie a questo corso anche la costituzione di un blog e la comunicazione attraverso esso.
Nella società odierna e nel piu' specifico ambito della didattica, si fa un gran parlare, della necessità da parte degli adulti di avvicinarsi ai nativi digitali e quindi capire, studiare il ed appropiarsi di questo linguaggio.
A mio modesto parere, tuttavia, l'insegnamento tradizionale va integrato dall'uso della tecnologia e da un nuovo approccio didattico, ma non soppiantato...la società ha bisogno prima di tutto di esseri umani...e non di macchine.
Nel mio primo post avevo lanciato una domanda un po' provocatoria: la tecnologia e il suo uso ed abuso porterà alla costituzione di una nuova umanità? La questione è ancora aperta. http://www.scribd.com/doc/16015491/Nativi-Digitali-vs-Immigrant

2 commenti:

  1. Beh... credo che tu abbia toccato un argomento tanto importante quanto delicato. Sono favorevole alla tecnologia, che uso quotidianamente... sono meno favorevole al fatto che questa tecnologia, sempre più spinta, soppianti l'uomo "dal vivo"...(e la donna... ovviamente!)come essere pensante, capace di emozioni, di relazioni a 4 occhi e non solo virtuali, dove, oltre al linguaggio, anche e sopratutto la mimica facciale, gli sguardi e perchè no, anche i rossori e i pallori del viso, ti raccontano più di mille parole, ti fanno spesso capire (con un pò di empatìa!) cosa realmente ti vuole comunicare chi hai di fronte, tutti atteggiamenti che nessuna faccina (emoticons) potrà mai sostituire! Quindi, ben venga la tecnologia, ma rimaniamo sempre con i piedi per terra ed il cervello ben collegato e non riduciamo gli incontri con le persone a freddi rapporti informatici!

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  2. Ciao Andrea, credo tu abbia ragione. Lo scambio interpersonale deve essere soprattutto "fisico"... Faccia a faccia, ben vengano successivamente i social network...Ricordo alle elementari gli insegnanti ci facevano fare le interclassi, l'apertura, appunto, della classe verso altre classi per lo svolgimento di un tema comune...Era una festa: paura, emozione, complicità, diffidenza, curiosità, mani sudate...incontro di sguardi, sorrisi...

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